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Proteggi la pelle del tuo bambino con i tessuti naturali

Proteggi la pelle del tuo bambino con i tessuti naturali

Proteggi la pelle del tuo bambino con i tessuti naturali

ECCO LA GUIDA PER SCOPRIRE QUELLO CHE STAI ACQUISTANDO

La pelle è l’organo più esteso del corpo umano. Essa svolge numerose funzioni vitali, come la protezione fisica ed immunologica dagli agenti esterni, ha una funzione termoregolatrice, idratante, sensoriale, escretiva e secretiva.

Di recente, grazie alla ricerca, si è scoperto che la pelle del neonato, alla nascita, non è ancora del tutto formata (ci metterà circa due anni ad arrivare a completa formazione) e si differenzia da quella dell’adulto per diversi aspetti che la rendono più vulnerabile ad agenti chimici, ai raggi UV, all’aggressione microbica e all’insorgenza di malattie della pelle.

Per questo diventa fondamentale w3erestare attenzione a tutto ciò che viene a contatto con la loro pelle siano esse creme, saponi o capi di abbigliamento. Ma quanto conosciamo degli abiti che indossiamo? Esistono degli strumenti che possono fornirci le informazioni necessarie per sapere se quello che indossiamo potrebbe essere dannoso? In particolare quando abbiamo a che fare con bambini con problemi e patologie della pelle (come la dermatite atopica) dobbiamo prestare attenzione non solo ai detergenti impiegati, ma anche alle fibre che vengono a contatto con la pelle del neonato.

Per orientarci nell’intricato mondo dei tessuti e della produzione di abbigliamento abbiamo chiesto aiuto ad Origami, un brand di abbigliamento che ha fatto della protezione e della cura della pelle dei più piccoli la sua mission.

Con la loro guida abbiamo imparato a leggere l’etichetta di composizione per trarre tantissime informazioni utili.
In essa, infatti, oltre alle istruzioni su come lavare il capo, si trovano anche il luogo di produzione, la composizione dei materiali ed eventuali certificazioni.
Di seguito vediamo come queste informazioni ci raccontano la storia di quello che stiamo acquistando.

MADE IN
La provenienza, pur non essendo direttamente collegata alla qualità dei materiali, è però molto importante per quanto riguarda l’ambiente di lavoro nel quale i capi vengono realizzati. L’Europa, e l’Italia in particolare, hanno norme molto più stringenti riguardo alle condizioni di lavoro e ai materiali impiegabili nella produzione, incidendo sull’impatto ambientale e sociale, oltre che sui possibili residui di sostanze tossiche sui prodotti.

COMPOSIZIONE
I tessuti sono tutti uguali?

Le fibre naturali sono ottenute da materiali esistenti in natura ed utilizzate mediante lavorazioni meccaniche che non ne modificano la struttura. Possono essere di origine animale o di origine vegetale. Tra le prime si ricordano la lana (LA) e la seta (SE), mentre tra le seconde il cotone (CO), il lino (LI) e la canapa (CA).

Le fibre artificiali sono ottenute da prodotti naturali come la cellulosa o le proteine animali (latte) o vegetali (soia), che attraverso processi chimici vengono resi solubili.
In questo modo, le soluzioni ottenute, dopo il filtraggio, sono raccolte in un bagno di coagulo che le fa rapprendere sotto forma di fili più o meno lunghi.
Delle fibre artificiali fanno parte il modal (MD), la viscosa (VI), la fibra di eucalipto o lyocell (TE), la fibra di latte (PR). Queste fibre, pur essendo il risultato di un processo chimico, possono essere ecosostenibili e, anzi, risultare particolarmente adatte per le pelli delicate perchè ricche di proprietà benefiche ed estremamente morbide al tatto.

Le fibre sintetiche si differenziano dalle fibre artificiali, in quanto sono ottenute dalla diretta trasformazione di sostanze chimiche e non dalla lavorazione di prodotti naturali trattati con sostanze chimiche, come avviene per le fibre artificiali. Tale differenza comporta che le fibre artificiali permettano una certa traspirazione del tessuto e generalmente un accumulo minore di cariche statiche rispetto alle fibre sintetiche.

Queste ultime ottenute da composti chimici di sintesi, derivati dal petrolio e ridotti in filamenti più o meno lunghi, si distinguono in base alle materie prime di partenza, organiche o inorganiche, e ai processi di fabbricazione. Delle fibre artificiali e sintetiche fanno parte l’acrilico (PC), il poliammide o nylon (PA), il poliestere (PL) e l’elastan (EA).

I dermatologi raccomandano di utilizzare tessuti quali il cotone, il lyocell o la fibra di latte.

CERTIFICAZIONI

Le certificazioni svolgono un importante ruolo. Anche se non sono obbligatorie (o forse proprio perchè non sono obbligatorie) ci forniscono ulteriori elementi di approfondimento. Ne esistono di tipi: ambientali, sociali, biologico

Certificazioni ambientali: Le certificazioni ambientali applicate nel settore moda garantiscono l’utilizzo di sostanze chimiche non dannose per l’ambiente, sia in fase di coltivazione di una pianta, come il cotone, sia durante la filatura del tessuto e in tutte le successive lavorazioni, fino ad arrivare al prodotto finito e commercializzato.

Le verifiche e le sostanze chimico tossiche bandite variano in base al certificato, ma la maggior parte di essi hanno diversi punti in comune.
Le più conosciute sono la certificazione FSC (che garantisce l’assenza di azioni di deforestazione), la OEKO-TEX che agisce a diversi livelli a garanzia di una gestione aziendale responsabile e sostenibile e la REACH che prevede controlli di tutte le sostanze chimiche prodotte o importate in europa.

Tra queste la più importante per la salute della nostra pelle è la OEKO-TEX Standard 100 che garantisce l’assenza di elementi chimici dannosi all’interno del capo. Se stiamo acquistando capi per neonati è importante prestare attenzione che la certificazione sia di Categoria 1 che è quella specifica per i neonati e garantisce un livello maggiore di protezione.

Certificazioni sociali: Le certificazioni sociali (o etiche) fissano standard minimi di rispetto per i diritti dei lavoratori: sfruttamento minorile, stipendi equi, ore di lavoro, ferie.. tutti elementi che consideriamo normali nel nostro paese, ma che in diversi paesi vengono totalmente ignorati.

La maggior parte dei certificati sociali sarebbero inutili in paesi europei come il nostro, infatti si occupano per lo più di paesi dove i problemi sociali sono molto evidenti: China, Bangladesh, India, Sud America.
Le più importanti di questa categoria sono sicuramente la FWF e la SA8000 che garantiscono, tra le altre cose, che non vi sia lavoro minorile o obbligato, che vengano garantiti la salute e la sicurezza dei lavoratori e che gli orari di lavoro e la retribuzione siano accettabili.

Certificazioni di origine biologica: Le certificazioni di origine biologica sono applicabili sono ai capi di abbigliamento realizzato in fibre naturali: cotone, lino, canapa, seta, lana, pelle.
Non è quindi possibile assegnare un’etichetta BIO ad un prodotto realizzato in poliestere, come neanche è possibile assegnare questa etichetta ad un prodotto realizzato in Tencel Lyocell (seppure sia una fibra di origine naturale, resta artificiale). Esse garantiscono che i prodotti siano ecologici, che non abbiano inquinato durante la produzione e che non inquinino l’ambiente con i successivi lavaggi e/o lo smaltimento del prodotto.
La più conosciuta è sicuramente la certificazione GOTS che include severi criteri ambientali e sociali.

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