Viaggiare sicuri. I rischi per la salute dei più piccoli.
“Sììì viaggiare……”, cantava Lucio Battisti.
Un inno di libertà, ma attenzione la consapevolezza è d’obbligo quando si tratta di bambini. Un viaggio, infatti, soprattutto in Paesi lontani, può presentare dei rischi per la salute dei più piccoli, se non si previene.
I bambini contraggono le stesse malattie degli adulti, ma in forma più grave, ciononostante circa la metà non viene sottoposto a una visita medica pre-partenza. Le malattie che vengono più comunemente contratte dai bambini durante un viaggio internazionale, sono: diarrea (28% dei casi), malattie dermatologiche (25%), malattie febbrili sistemiche, specialmente malaria, (23%), malattie respiratorie (11%) e malattie prevenibili da vaccino (2%), soprattutto infezione da Salmonella typhi e epatite A.
Quanti sono i bambini viaggiatori nel mondo? Il fenomeno dei bambini viaggiatori “è in costante aumento, riguarda anche bambini molto piccoli, neonati e lattanti”. Una categoria vasta che ormai non comprende solo i “bambini turisti, ma anche coloro che tornano nel Paese d’origine, a trovare la propria famiglia, i propri nonni.
Si tratta di bambini che viaggiano per periodi lunghi, anche 2-3 mesi”. Questa seconda categoria di bambini va tenuta sott’occhio, perché “spesso viaggiano senza prestare grande attenzione a cosa mangiano, a dove sono. E poi ci sono i rifugiati, gli immigrati, che viaggiano per i motivi ben noti.
Dunque abbiamo una popolazione estremamente eterogenea”, spiega alla Agenzia di Stampa Dire Luisa Galli, docente di pediatria al Dipartimento di scienze della salute all’Università di Firenze, intervenuta al congresso di pediatria Sip in corso a Roma in questi giorni. “Chi viaggia per turismo – precisa l’esperta – fa spesso un counceling pre-viaggio. Chi invece torna a casa per trovare la famiglia d’origine non lo fa, invece sarebbe utile la consulenza su vaccinazioni, cosa bere e cosa mangiare. Nei Paesi a rischio malaria, ad esempio, è consigliata la profilassi contro la malaria”.
Galli raccomanda però massima attenzione “a quando questi bambini viaggiatori tornano. E’ lì che bisogna capire se hanno contratto una malattia, come malaria, tifo o epatiti, o magari patologie più banali come diarrea o infezioni respiratorie banali. Il pediatria sia consapevole, sia delle prevenzione che del modo in cui si affronta le patologie del viaggio, sia banali che importanti”.
Fare una stima dei bambini viaggiatori nel mondo non è facile, “si stima che solo negli Usa siano 2 milioni ogni anno”. Ultimamente il rischio pare aumentare, visti i genitori dei bambini migranti “che non hanno consapevolezza delle conseguenze e non hanno la percezione che il proprio figlio possa essere a rischio. Un bambino piccolo – termina – non è poi mai stato a contatto coi parassiti e ha un ecosistema intestinale che non lo protegge nei confronti dei patogeni che affronta in questi Paesi”.
VIAGGIARE SICURI
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fonte: Ospedale Bambino Gesù