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Chi e la puericultrice intervista a silvana parisi

Chi è la puericultrice. Intervista a Silvana Parisi

Chi è la puericultrice. Intervista a Silvana Parisi

Immaginatevi una donna con il calibro e le competenze di Tracy Hogg, ma con la dolcezza e la voce di una fatina delle fiabe, che arriva a casa vostra carica di positività, metodo, concretezza e leggerezza nello stesso tempo.

A raccontarci chi è e come ci può aiutare la puericultrice, Silvana Parisi, Presidentessa dell’Associazione Puericultrici Italiane.

Chi è la puericultrice?

La puericultrice è l’operatrice socio-sanitaria specializzata nell’assistenza all’infanzia: si occupa quindi della crescita dei bambini dai zero a 3 anni, in ambito psicologico, motorio e ludico.

Il loro compito, infatti, è insegnare ai genitori che ne richiedono l’assistenza come prendersi cura del bambino. Si cerca di dare una mano a generare un nuovo equilibrio all’interno del nucleo familiare.

Riconosciuta dal Ministero della Salute fin dal 1940, la puericultrice è quella figura professionale che ha delle specifiche competenze neonatali e quindi è in grado di porsi come figura di raccordo tra il bambino e i suoi genitori.

Un ruolo importante e delicato ed è per questo che per diventare puericultrice è necessario conseguire l’apposito diploma riconosciuto dal Ministero della Salute.

Di cosa si occupa in particolare la puericultrice?

Si occupa di benessere del bambino dal punto di vista della cura del fisico ed educativo. È in grado di affiancare altre figure sanitari quali medico, infermiere ed ostetrica in ambito sanitario. Ed educatrici in ambito comunitario. È in grado di provvedere all’igiene del bambino e degli ambienti in cui vive, alla nutrizione e relativa preparazione dei pasti, alla creazione di momenti di attività ludiche sia in ambito domiciliare che comunitario.

Quale assistenza fornisce alla mamma una puericultrice?

È la puericultrice che fornisce assistenza ai genitori per quanto riguarda la crescita del neonato, ad esempio dando loro le informazioni necessarie per interpretare il pianto, per stabilire il giusto rapporto tra veglia e sonno e per altre esigenze fondamentali.

Il ruolo fondamentale della puericultrice è quello di guida. Una guida che non si sovrappone mai al compito genitoriale, ne crea una dipendenza dalla sua figura. Al contrario aiuta i neo genitori ad individuare le risorse personali per assolvere al meglio il loro ruolo.

La puericultrice svolge anche attività didattiche?

Il tirocinante, avendo effettuato, durante il corso di studi il tirocinio presso strutture  educative, la puericultrice è in grado di gestire momenti di vita comunitaria  proponendo attività mirate a seconda della fascia di età alla quale si rivolge

Quando chiamare una puericultrice a casa?

In questi ultimi anni abbiamo potuto assistere ad un cambiamento di costume della nostra società. I figli si fanno in età sempre piu avanzata. Oggi le donne sono  più informate ma sempre più sole, con pochi aiuti da parte dei familiari che un tempo invece erano molto presenti. Ecco che la figura della puericultrice può essere un valido supporto pratico ed emotivo laddove le mamme ne sentano la necessità.

Sul web si trova tutto ed il contrario di tutto ed ecco che avere con se una professionista preparata ed esperta non può che rassicurare la neo-mamma durante il percorso più difficile della vita di un essere umano.

E per quanto riguarda la depressione post partum?

È molto importante conoscere i segnali che indicano un baby blues o una depressione post partum. E soprattutto ė importante capire quando il nostro intervento non è più  sufficiente a supportare una determinata situazione.

Una brava puericultrice non prevarica mai sul lavoro di altri professionisti ed è per questo motivo che spesso capita di consigliare alle mamme di rivolgersi a psicologi o psicoterapeuti per affrontare questi problemi che possono scaturire con il parto.

Nella nostra associazione, ci tengo a precisare, che per mia volontà ho voluto creare una piccola cerchia di puericultrici con la doppia qualifica. Puericultrici/psicologhe e puericultrici/ pedagogiste. Ed io che sono puericultrice / naturopata pediatrica al fine di poter intervenire in maniera più mirata laddove se ne presentasse la necessità

Come fidarsi a chi rivolgersi?

Sul web, purtroppo, si trova di tutto. Tuttavia resta sempre valida l’idea di richiedere curriculum vitae e referenze controllabili. Per chi ha un sito importante verificare le recensioni.

Come si diventa puericultrice?

Per diventarlo si deve conseguire il diploma di puericultrice, quell’attestato professionalizzante con il quale è possibile lavorare nel settore socio-sanitario, ma specializzato nell’assistenza all’infanzia. Per questo motivo la preparazione si concentra su tutti quelle tematiche inerenti all’assistenza alla prima infanzia.

Dopo la teoria, come abbiamo visto, c’è da affrontare un tirocinio, che solitamente viene eseguito all’interno degli ospedali – sia pubblici che privati – negli asili nido e nelle altre strutture convenzionate. Al termine del tirocinio bisognerà superare un esame finale.

Quali sono le attività dell’associazione?

Noi ci occupiamo di assistenza alla genitorialità su tutto il territorio nazionale ed anche all’estero. Assistenza notturna, allattamento, problemi sonno, post partum e svezzamento.

Cosa chiedere al nuovo governo per aiutare le mamme?

Di investire nel welfare, negli aiuti alle famiglie, agevolando i servizi per l’infanzia e aiutando le famiglie stesse offendo supporti domiciliari come accade in altri paesi europei. Affinché possano essere alla portata di tutti.

Un cosiglio per le neo-mamme?

Da mamma, posso dire di vivere questo meraviglioso momento con estrema serenità  senza ansie da prestazione e senza fare mai paragoni. Oggi anche se viviamo in un era digitale dove tutto è diventato virtuale ed apparentemente perfetto, non dobbiamo perdere di vista la sacralità della maternità. Accettando le nostre debolezze ed i nostri limiti il nostro essere meravigliosamente imperfette.

Tutto ciò che semmai consiglio di fare ė di entrare in connessione profonda con il nostro io, col nostro istinto materno, soltanto quello può aiutare a svolgere al meglio il nostro ruolo di genitore.

In fondo, per voler citare Winnicott, quello che per noi dovrebbe contare è: “L’essere una madre sufficientemente buona”.

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