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Arrivo del fratellino

Come preparare un figlio all’arrivo del fratellino

Come preparare un figlio all’arrivo del fratellino

Ecco alcuni consigli della psicologa

La nascita di un fratellino rappresenta un momento delicato per tutta la famiglia, in particolare per il primogenito che, d’un tratto, si trova a dover dividere le attenzioni dei genitori con un nuovo arrivato che necessita di tantissime attenzioni. Anche se il bambino ha chiesto di avere un fratellino non significa che, al suo arrivo non ne sarà geloso.

UNA GELOSIA FISIOLOGICA

Il primo aspetto di cui bisogna tenere conto è dunque la gelosia per il nuovo arrivato che sottende la paura di perdere le attenzioni e le cure dei suoi genitori. Si tratta di una gelosia che si può definire fisiologica proprio perché non può essere evitata, ma è certamente possibile mettere in atto dei comportamenti che possano evitare le situazioni che possano peggiorarla.

LA COMUNICAZIONE DELLA NOTIZIA

È per questo che è importante tenere conto della delicatezza del momento e della preparazione del primogenito sin dalla gravidanza della mamma. I genitori possono comunicare insieme la notizia dell’arrivo del fratellino/sorellina:“Sai che nella pancia della mamma c’è un fratellino in arrivo? Tra poco noi avremo un altro bambino e tu un fratellino, cosa ne pensi?”.

La modalità comunicativa scelta è già molto importante perché deve essere realistica, spesso infatti si dice ai bimbi che sta arrivando un nuovo fratellino con cui giocare, ma non è detto che sarà esattamente così: non lo sarà certamente nei primi mesi di vita, in cui il neonato mangia, piange e dorme per la maggior parte del tempo e questo potrebbe rappresentare una delusione per il primogenito che non ritrova le modalità relazionali che si sarebbe aspettato.

La domanda “cosa ne pensi?”, piuttosto che il “sei contento vero?”, implica la possibilità di mettere in conto emozioni ambivalenti: il primogenito infatti da un lato sarà contento ma dall’altro avrà anche un po’ paura per il cambiamento a cui andrà incontro, esattamente come i suoi genitori. Il fatto che l’ambivalenza sia pensabile e che se ne possa parlare rappresenta un elemento protettivo per tutto il sistema familiare.

IL COINVOLGIMENTO COMINCIA DALLA GRAVIDANZA

È importante mettere in atto da subito dei comportamenti per coinvolgere il bambino nel nuovo evento che è a tutti gli effetti un “affare di famiglia”. Lo si può fare ad esempio mostrando le foto di quando i genitori aspettavano lui, della mamma col pancione e raccontargli delle storie che riguardano i genitori in attesa della sua nascita. Lo si può coinvolgere nella scelta del nome e immaginare come sarà una volta venuto al mondo.

Se dovranno esserci delle modifiche alla casa, come la preparazione della cameretta o il fasciatoio in bagno, è importante fare tutto nel periodo precedente alla nascita, in modo che non ci siano troppi cambiamenti che si sovrappongono e che il bambino si abitui gradualmente alle modifiche. È per questo che è meglio che un eventuale inserimento all’asilo non coincida con l’arrivo del nascituro.

Gli si può parlare di come il fratellino crescerà nel pancione esattamente come ha fatto lui e di cosa succederà quando nascerà, magari anche con l’utilizzo di un bambolotto che permetterà anche al bimbo di giocare a “prendersi cura” del fratellino. Si potranno guardare assieme anche le ecografie e, se ci sono, vedere anche le sue.

Lo si può coinvolgere anche nei preparativi del corredino, magari scegliendo insieme quali delle sue cose possono essere utilizzate anche dal fratellino.
È importante che il bambino sappia che la mamma trascorrerà qualche giorno in ospedale, che lì starà bene perché ci saranno dei bravi medici che faranno nascere il fratellino e che anche lui starà bene a casa col papà e che potrà andare a trovarla in ospedale fino a che non tornerà a casa col fratellino.

Potrebbe essere utile lasciargli dei bigliettini da leggere in momenti diversi della giornata (al risveglio, ai pasti, prima della nanna) in modo che senta la mamma vicina anche se lei non è fisicamente presente.

DOPO LA NASCITA

Come già accennato è importante che il bambino possa andare in ospedale, sia prima che dopo la nascita. Potrebbe essere funzionale che abbia la possibilità di abbracciare la mamma prima ancora di conoscere il fratellino appena arrivato, qualche minuto per ambientarsi vedendo che mamma sta bene e che ci sono ancora degli abbracci tutti per lui, il tempo di fargli raccontare cosa è successo quando lei era via e poi si possono fare le presentazioni ufficiali tra i fratelli.

Una cosa che è opportuno mettere in conto è anche il fatto che al neonato arriveranno tanti regali e che non tutti avranno la sensibilità di portare un pensierino anche per il più grande per cui i genitori potrebbero pensare a dei piccoli pensieri anche per lui, anche solo dei bigliettini. Qualcosa che gli faccia sentire che la sua importanza non è diminuita con l’arrivo del più piccolo.

Una volta tornati a casa è importante facilitare l’integrazione tra i due senza responsabilizzare troppo il primogenito, coinvolgetelo nelle attività da svolgere col bambino e lasciate che possa tenerlo in braccio in presenza di adulti. Cercate di tenere conto delle sue esigenze anche se in questa fase potrebbe essere più naturale pensare prima ai bisogni del piccolo e aspettarvi che il primogenito sia già capace di aspettare “come un bambino grande”.

Se è possibile cercate di mantenere le attività che svolgevate con lui prima dell’arrivo del fratellino e quando non è possibile farlo dategli sempre una motivazione reale e comprensibile. In questo processo è fondamentale il gioco di squadra tra i genitori, in modo che il bambino più grande abbia uno spazio riservato a sé con entrambi, in momenti differenti.

Il primogenito potrebbe mettere in atto dei comportamenti regressivi, per avere le stesse attenzioni del fratellino, non arrabbiatevi se questo accade, è normale e si tratta di una fase transitoria che passa prima se viene accolta per il bisogno di attenzione che sottende.
Potete quindi tenere il bimbo in braccio come quando era piccolo, potete cullarlo e accoglierlo qualche volta nel lettone se ne sente il bisogno e anche permettergli di bere dal biberon o giocare a mettersi il pannolino.

È importante non dirgli mai che questi comportamenti non sono ammessi perché lui ora è un bambino grande perché lo fareste sentire in colpa e gli fareste pensare che era davvero meglio restare piccolo, visto che i piccoli vengono coccolati e non vengono sgridati. Se invece passa il messaggio che anche se è più grande del fratellino qualche volta può ancora essere piccolo potrà sentirsi più libero di proseguire il suo naturale percorso di crescita.

Il bambino più grande potrebbe anche esprimere emozioni ambivalenti nel confronti del più piccolo, anche in questo caso è opportuno accogliere ogni tipo di espressione, senza sgridarlo o giudicarlo ma anzi dirgli che lo si comprende se qualche volta si infastidisce o si arrabbia perché i genitori dedicano più tempo al piccolino di casa. Il fatto di sentire rispecchiate le proprie emozioni aiuterà il bambino a sentirsi meno in colpa.

Le prime settimane potranno essere piuttosto complesse per i genitori, che dovranno riuscire a tenere un equilibrio in un momento di grande cambiamento anche per loro, ma la fatica iniziale sarà presto ricambiata dalla buona relazione che si instaurerà tra i fratellini.

Maria Grazia Rubanu
Psynerghia – Psicologia e Relazioni

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