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Cosa mangiare durante lallattamento

Cosa mangiare durante l’allattamento?

Cosa mangiare durante l’allattamento?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) incoraggia e incentiva le mamme ad allattare il proprio bambino almeno per i primi sei mesi di vita e fino al raggiungimento dei 2 anni di vita del bambino, quindi laddove possibile, per tutto il periodo dello svezzamento.

Perché incoraggiare l’allattamento al seno?

Numerosi sono i benefici dell’allattamento al seno, non solo a livello nutrizionale ma anche psicologico grazie al forte legame che si instaura tra mamma e bambino già dal primo sguardo e ancor prima nei mesi di gestazione.

Attraverso il latte materno, che si modifica fisiologicamente giorno dopo giorno, viene favorito lo sviluppo delle difese immunitarie del neonato e insieme a queste, dell’intestino e del microbiota che lo popola e che rappresenterà il suo “documento di identità” per tutta la vita. Ce lo confermano diversi studi, tra cui quello dell’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù pubblicato su Frontiers in Microbiology. In questa, come in altre ricerche, è stato dimostrato come in neonati nutriti con latte materno, contenente immunoglobuline di classe A, si sviluppi sin dai primi giorni di vita una sorta di barriera nei confronti di batteri nocivi e patogeni, stimolando la formazione di batteri benefici per il bambino, in grado di proteggerlo da potenziali patologie e disfunzioni.

A differenza del latte artificiale infatti, quello materno è in grado di trasmettere anticorpi naturalmente presenti al suo interno, come IgA, IgG e IgM oltre ai globuli bianchi.

Quali sono gli aspetti nutrizionali del latte materno?

Il latte materno si modifica nel corso del tempo e possiamo riconoscere tre fasi fondamentali:

  • Colostro: prodotto nei primi 5 giorni di vita circa
  • Latte di transizione: prodotto tra il 6° e il 10° giorno circa
  • Latte maturo: prodotto circa dall’10° giorno in poi

Il primo latte, detto appunto colostro, si presenta denso e giallognolo e rappresenta il primo e unico alimento perfetto per i primi giorni di vita del neonato. È ricco in componenti importanti per le difese immunitarie, fattori di crescita, sali minerali e vitamine (specialmente A, D, K). In questa fase il latte contiene più proteine (circa 3%) e meno grassi e zuccheri come il lattosio.

Via via che il latte matura si modifica in latte di transizione, che rappresenta una miscela di colostro e latte maturo, in cui aumentano le percentuali di grassi e carboidrati. Si arriva infine ad un latte più bianco ovvero maturo, più calorico, ricco di grassi e carboidrati e con un apporto proteico e di minerali perfettamente bilanciato per le aumentate richieste nutritive del neonato.

Cosa deve mangiare la mamma durante l’allattamento?

Tendenzialmente un’alimentazione sbilanciata della mamma può provocare delle modificazioni della composizione del latte, dal colostro al latte maturo e per tale motivo risulta fondamentale seguire una dieta bilanciata sia durante la gravidanza che il periodo di allattamento. Per sfatare un mito intanto, possiamo affermare che non esistono particolari alimenti che stimolano o inibiscono la ghiandola mammaria nella produzione di latte.

Un esempio è il mito della birra, a cui viene erroneamente associata la capacità di aumentare la produzione di latte: gli studi effettuati mostrano che luppolo e malto non hanno affatto alcun effetto a riguardo. La montata lattea è un processo fisiologico che avviene dopo il parto e la produzione di latte è influenzata dalle tempistiche di inizio dell’allattamento, dall’assunzione di farmaci e dal numero di poppate. Il miglior modo per mantenere una buona produzione di latte è la suzione stessa, allattando quindi in risposta alle esigenze del bambino, senza imporre orari prestabiliti e assecondandolo con regolarità.

Le bevande alcoliche, al contrario, potrebbero rivelarsi un fattore dannoso per il bambino con il rischio che l’etanolo passi direttamente nel latte, causando problemi e danni al neonato stesso.
Alcuni cibi, inoltre, potrebbero alterare il sapore del latte, influendo sull’appetito del neonato per via del sapore sgradevole: con un po’ di attenzione da parte della mamma qualora questo avvenisse, basterà sospendere per un periodo l’assunzione di tali cibi (es. cavoli e cavolfiori).

Astenersi quindi da alcool, fumo di sigaretta e moderare il consumo di caffè o altre bevande nervine bevendo invece molta acqua, si rivelano scelte importanti per la salute del bambino insieme a quella di variare la scelta degli alimenti come cereali, frutta e verdura di stagione, carne e pesce, seguendo così una dieta ben bilanciata.

Dott.ssa Vittoria Giannini
Dietista – Biologo Nutrizionista

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