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Capricci bambini piccoli come affrontarli

Capricci bambini piccoli: come affrontarli?

Capricci bambini piccoli: come affrontarli?

Come affrontare i capricci dei bambini?

Quando parliamo di bimbi e capricci stiamo affrontando un argomento particolarmente ostico, in grado di mettere a dura prova la pazienza più forte e il genitore più calmo.

I capricci dei bambini ci spiazzano, e molto spesso il genitore non sa come reagire di fronte ad un capriccio dei propri figli che, in un attimo, si trasformano da dolci angioletti in belve indomabili.

I bambini, quando fanno i capricci, urlano, strepitano, talvolta usano le mani, mordono, graffiano, oppure piangono disperatamente, e non sembra esistere un modo per calmarli.

Le soluzioni sembrano non esserci: punizioni, sculaccioni, urla… ma esiste un altro modo per farli smettere?

Abbiamo chiesto alcuni consigli alla Dottoressa Maria Cati Furnari, Psicologa, per cercare di risolvere il problema in modo costruttivo. Speriamo che questo contenuto possa essere utile per risolvere, o almeno per rendere più leggero, lo spinoso tema bambini e capricci.

Cosa è un capriccio?

Il capriccio è la modalità in cui un bambino esprime  una volontà, apparentemente improrogabile, che molto spesso nasconde un disagio e rivela una incapacità di autoregolazione emotiva.

Esistono bambini capricciosi?

Tutti i bambini possono “fare i capricci”, se li consideriamo come espressione di un bisogno non facilmente comunicabile da parte del bambino.

Questo fenomeno è tanto più frequente, ma anche naturale, quanto più il bambino è piccolo. I bambini piccoli, infatti, non sono in grado di gestire e comunicare un’emozione e di regolare il loro comportamento.

Come si distingue il capriccio di un bambino da una richiesta di ascolto/attenzione?

SI può analizzare il capriccio individuando il bisogno implicito.

Spesso il capriccio sottende la richiesta di attenzione. I comportamenti “capricciosi”, spropositati, non sono mai immotivati e la risposta dell’adulto può fare la differenza nel comprenderlo

Come gestire i capricci di un bambino piccolo?

La capacità di riconoscere e regolare le emozioni ed il comportamento non è innato nel bambino, ma viene sviluppato e appreso  durante la crescita. Tenuto conto di ciò, il bambino va accompagnato in questo percorso con pazienza, tenendo conto dell’età e del fatto che la sua non è tanto una reazione di sfida quanto un modo per comunicare qualcosa che non è in grado di dire a parole.

Come affrontare i capricci di un bambino di un anno?

Il bambino molto piccolo (12/15 mesi)  va contenuto fisicamente e tranquillizzato con toni calmi, distratto con una piacevole attività alternativa, ma non accontentato, o perlomeno non subito, perché altrimenti il capriccio potrebbe essere associato alla ricompensa (se faccio i capricci ottengo ciò che voglio).

Come reagire ai capricci di un bambino di 2 o 3 anni?

L’età dei capricci per definizione é quella dei due/tre anni, i cosiddetti “terribili due”, periodo nel quale la pazienza dei genitori viene messa a dura prova per i continui episodi di irascibilità dei piccoli che urlano, piangono ed arrivano persino ad essere aggressivi non solo con gli altri, ma anche con se stessi.

Quando ciò accade non è utile reagire con toni repressivi o minacciosi perché  il bambino in quel momento è in piena fase di disregolazione emotiva.

E’ utile, invece, favorire la calma con una presenza non invasiva, abbracciando il bambino  in modo contenitivo, dopo aver ristabilito con lui un contatto visivo e, in seguito, aiutarlo a comunicare il suo sentire, verbalizzando l’emozione.

Bambini, capricci ed emozioni: un esempio pratico

Il bambino deve imparare a dare un nome alla propria emozione e capire che è naturale  provarla.

Facciamo un esempio: se un bambino sbotta mentre il papà sta uscendo  di casa ed inizia ad urlare, piangere, lanciargli contro ogni cosa, non solo non è utile rimproverarlo severamente, ma bisogna  fermarsi un momento, tentare di calmare il bambino senza minimizzare l’accaduto ma offrendogli le parole che gli mancano: “ Che succede? Sei triste? Non vuoi che papà vada via?”

Ci potrebbero essere altri esempi ma alla base c’è sempre un bambino che prova un’emozione che non capisce ed un gran bisogno di sbloccarla con l’ascolto e l’aiuto dell’adulto.

Come fare con i bambini più grandi?

All’età di 5/6 ma anche 7 anni i capricci dovrebbero diminuire in modo significativo perché il bambino è in grado di comunicare verbalmente un disagio emotivo e sta evolvendo nella capacità di autoregolazione emotiva. Tuttavia i capricci non scompaiono del tutto e le situazioni stressanti (la scuola, la relazione con i compagni, un fratellino più piccolo ecc..)  possono essere fattori scatenanti. Anche a questa età è  consigliabile creare uno spazio rassicurante per cominciare a “parlare insieme”.

È sconsigliato lo sculaccione o la punizione?

Quando parliamo di punizioni non possiamo non riferirci all’aspetto educativo del bambino. I genitori guidano il bambino nella crescita con precise regole.

Se il bambino trasgredisce le regole, le punizioni possono servire a ristabilirle e a ridefinire i ruoli. Ma facciamo attenzione perché la punizione fisica, un rimprovero troppo severo o dai toni aggressivi possono scatenare ancor più la rabbia e l’aggressività del bambino, possono anche umiliarlo o ridicolizzarlo, soprattutto se vengono usate etichette quali “sei uno stupido”, “sei cattivo”. È meglio usare giudizi sui comportamenti piuttosto che sulla persona: “hai fatto una cosa stupida, hai avuto un comportamento cattivo” perché ciò che i genitori pensano e dicono al proprio bambino influisce sulla percezione che ha di se stesso, sullo sviluppo della sua personalità  e sulle sue relazioni sociali.

Qual’ è l’alternativa alla punizione o allo sculaccione per i bambini che fanno capricci?

L’alternativa  può essere la punizione educativa (ad es. privando il bambino di un videogioco  o della TV), oppure la punizione riparativa (ad es. invitando il bambino a mettere tutto a posto dopo aver sporcato o messo in disordine), ma deve essere chiara e coerente con il percorso educativo.

Dopo quanto scritto va da sé che l’uso delle punizioni severe o delle mani non è la soluzione!

Bisogna pensare di prevenire i capricci dei bimbi attraverso  la comunicazione. Si può dire di “no” quando necessario, con un tono fermo, ma amorevole e non aggressivo, usando un linguaggio  chiaro e coerente.

A volte il bambino con i capricci vuole solo manifestare il suo bisogno di affermazione, la sua autonomia; coinvolgerlo, sostituendo il “no” con la possibilità di una scelta (“o questo o quello”), può essere un modo per agevolarlo in questo suo percorso di crescita.

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